Castel del Monte, il borgo delle streghe e capitale dei pastori

Cultura e tradizioni a Castel del Monte: un percorso tra storia, cultura e tradizioni, dalla lavorazione della lana alla preparazione del formaggio

by Ilaria Di Prinzio
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Immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, lungo le pendici meridionali del monte Bolza e nella suggestiva provincia del capoluogo d’Abruzzo, L’Aquila, si erge uno dei Borghi più belli d’Italia: Castel del Monte. Un paese ricco di storia, costumi e tradizioni che ancora oggi si tramandano e si raccontano. 

È un luogo di grande fascino, ricco di credenze e misteri tutti da scoprire come, per esempio, la Notte delle Streghe. Una tradizione da non perdere “ru rite de’ re sette sporte” (il rito delle 7 arcate scavate nella roccia ndr), una rappresentazione teatrale realizzata dagli abitanti del borgo, che dal 1996 si ripete ogni anno le notti del 17 e del 18 agosto richiamando migliaia di persone.

Un rito ripreso dall’antica credenza paesana delle streghe. Infatti, quando un neonato si ammalava e deperiva si riteneva che fosse a causa delle streghe che entrando di notte dagli occhielli delle porte ne succhiavano il sangue. Quando tutti i rimedi per curarlo fallivano, rimaneva l’ultima opzione: il rito dei sette sporti. Il bambino veniva vegliato per nove notti, al termine delle quali la madrina di battesimo guidava tutte le donne della famiglia in una muta processione che doveva attraversare sette “sporti”, gli archi sotto le case all’interno del paese. Arrivati infine ad un crocevia, i panni del bambino venivano battuti con delle mazze per scacciare il maleficio e poi bruciati. Un rito che si è svolto fino agli anni ’50 del 900. Una delle poche testimonianze scritte le troviamo nei quaderni di Francesco Giuliani, un pastore e artista castellano dei primi del Novecento, che si dilettava nella scrittura di argomenti legati al suo paese. 

Qui di seguito alcuni momenti delle diverse edizioni di questa suggestiva e coinvolgente tradizione tutta castellana.

Sin dalle origini, a Castel del Monte i pastori e la transumanza sono stati i protagonisti. Il periodo più florido è stato durante la dominazione della famiglia de’ Medici che, scoperta la lana pregiata del Gran Sasso, la esportarono. 

 

Cosa vedere a Castel del Monte

L’attuale agglomerato urbano si può far risalire all’XI – XII secolo quando i pastori che abitavano il vicino borgo sulla piana di San Marco, per proteggersi dalle continue incursioni barbariche decisero di spostarsi più a nord costruendo un Castello che oggi corrisponde al quartiere più antico di Castel del Monte: il “Ricetto” (= ricettacolo di genti fuggiasche).
Le cinte murarie e la Torre Campanaria che domina l’abitato rendono unico e suggestivo il paese di Castel Del Monte che da lontano presenta la forma di una stella.
Entra da una delle due porte d’accesso
Porta San Rocco e Porta Sant’Ubaldo per avventurarti all’interno del centro storico. Ti troverai a camminare tra suggestivi scorci, piccole piazzette, case-torre, passerai sotto gli “sporti”, lunghi archi di raccordo tra le vie e ammirerai meravigliosi panorami sulla Valle del Tirino. Tra i luoghi di maggiore interesse troverai la chiesa matrice di San Marco Evangelista, la più antica del paese risalente all’XI-XII secolo, e la sua torre campanaria usata fino all’800 come torre di avvistamento.

La Chiesa della Madonna del Suffragio al cui interno è custodito l’altare in legno dorato, uno dei più particolari d’Abruzzo. La chiesa di San Rocco risalente al 1656 costruita per ringraziare il Santo di aver liberato il paese dalla peste. Davanti alla chiesa, inoltre, è presente una pietra cubica che per secoli è stata venerata dai castellani come sacro garante dei prestiti di denaro. Tra gli altri luoghi ti consiglio di scoprire il quartiere antico il “Ricetto”, la Piazzetta Caduti di Marcinelle e la fontana di Castel del Monte. Fuori le mura, nel punto più alto del paese si trova anche la Chiesa di San Donato, con vista su tutto l’abitato.

Museo civico etnografico diffuso

A Castel del Monte avrai l’opportunità di scoprire anche gli antichi mestieri che caratterizzarono questo territorio attraverso il Museo Civico Etnografico Diffuso, che si sviluppa attraverso 5 percorsi tematici.

Ti troverai a scoprire un tipico ambiente domestico, con arredi e oggetti di vita quotidiana presso La Casa Antica; potrai apprendere la vita dei pastori castellani attraverso pannelli esplicativi che raccontano la transumanza e gli attrezzi utilizzati per la produzione di lana e formaggio presso il Museo della Pastorizia; potrai visitare il Forno del Colle e il Forno del Ballo, ovvero il forno di comunità detto “del Ballo” in quanto le donne, durante la cottura del pane, intonavano canti e si dilettavano in balli popolari; poi c’è la Casa Museo del poeta pastore Giuliani dove poter leggere tra le pagine dei libri le sue poesie, e ammirare i suoi intagli; potrai conoscere gli attrezzi che si usavano per lavorare la lana e ammirare un vasto campionario dell’artigianato tessile locale presso L’arte della Lana; e infine, scoprire le informazioni sull’agricoltura castellana presso Il Lavoro dei Campi.

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Castel del Monte LAquila Abruzzo

Castel del Monte e la transumanza

Il forte legame di Castel del Monte alla pastorizia è visibile anche nella tradizionale festa della Madonna dei Pastori (o Madonna del Suffragio) che prendeva vita nel mese di settembre, precisamente il 29 giorno in cui inizia il calendario del pastore, quando tutti i pastori con le loro greggi, si incamminavano percorrendo il Tratturo Magno, molto più di un semplice sentiero, tanto che, tra i cinque tratturi più famosi e frequentati che attraversavano gli Appennini di Abruzzo, Molise e Puglia per consentire un collegamento tra i pascoli del Gran Sasso, della Majella e del Sirente Velino con le soleggiate pianure del foggiano in Puglia, il Tratturo Magno è il più lungo e il più importante.
Nella grande rete di percorsi della transumanza, i tratturi erano le autostrade dei pastori, in cammino su direzioni alterne a seconda dei ritmi delle stagioni. Un’espressione di una cultura importante tanto da essere stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019.

Oggi su queste tracce che non vedono più passare gli armenti, è però possibile ripercorrere a piedi quelle antiche rotte, transitando di borgo in borgo proprio come si faceva un tempo.

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tratturo magno basilica di collemaggio

Transumanza. La partenza delle greggi dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila


Il Canestrato di Castel del Monte – presidio Slow Food

Uno dei prodotti locali tipici più rinomati di questo importante borgo del Gran Sasso d’Italia è sicuramente il Canestrato di Castel del Monte, pecorino tipico del paese, che prende il nome dal recipiente usato per la messa in forma del formaggio, il “canestro” dal quale la crosta prende l’impronta. Un prodotto che si ottiene dalla caseificazione di latte ovino crudo solo con l’aggiunta di sale e caglio. Il formaggio viene prodotto tutto l’anno e si può scegliere tra una stagionatura di 2 mesi fino a una di 15 mesi.

Tra gli altri prodotti ovini troverete la ricotta, il “marcetto” – crema piccante di formaggio pecorino fermentato – e la “chiaranese” – carne di pecora cotta lentamente in grandi recipienti proprio come facevano i pastori.

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